Per illustrarti la correlazione tra la carenza di vitamina D e possibili problemi alla tiroide dobbiamo prima capire a cosa serve la vitamina D e come funziona la tiroide.
La vitamina D è una vitamina liposolubile, ciò sta a significare che si scioglie nei grassi e viene diffusa nell’organismo tramite sostanze lipidiche. La vitamina D è considerata più un ormone che una vera e propria vitamina, infatti può esserne stimolata la produzione naturale dell’organismo quando viene esposto alla luce solare.
La vitamina D controlla la quantità di calcio che viene assimilata dall’intestino, ed infine regola i livelli di fosforo e calcio presente nel sangue e nelle ossa.
La tiroide
E a cosa serve la tiroide? La tiroide è un piccolo organo con l’aspetto di una farfalla ed è collocata alla base del collo.
É un organo molto importante ed essenziale, infatti essa controlla temperatura e peso corporeo, stanchezza, l’appettito, umore, battito cardiaco, funzionamento intestinale e addirittura il corretto funzionamento del metabolismo del calcio.
Tutte le funzioni che ho appena descritto sono svolte dagli ormoni prodotti e secreti dalla tiroide, ossia la tiroxina (T3) e la triiodotironina (T4).

La carenza di vitamina D e i problemi alla tiroide
Nella letteratura scientifica, la carenza di vitamina D è stata associata a numerose malattie autoimmuni1. Uno dei suoi tanti compiti di questa vitamina è quello di bilanciare Th1 e Th2, due attori del sistema immunitario che rispondono rispettivamente la prima contro virus e batteri, la seconda in caso di malattie allergiche. Una carenza di vitamina D pertanto, può portare a dei problemi nella risposta del sistema immunitario. Tra le malattie autoimmuni analizzate, troviamo anche quelle che riguardano la tiroide (AITD)2.
La vitamina D ha un altro ruolo, meno conosciuto, collegato all’insulino-resistenzae, di cui abbiamo parlato approfonditamente in un altro articolo analizzando la relazione tra vitamina D e diabete. Quindi, considerando che l’insulino-resistenza e i problemi alla tiroide sono stati messi in relazione da diversi studi3, anche in questo modo possiamo trovare una relazione tra carenza di vitamina D e disturbi alla tiroide.
Cosa fare se si ha una carenza di vitamina D e problemi alla tiroide?
É possibile aumentare i livelli di vitamina D in tre modi:
- Mangiando alimenti ricchi di vitamina D, che purtroppo però sono pochi e ne contengono poca.
- Esponendosi maggiormente al sole, tutti i giorni tra i 15 minuti e le 2 ore, a seconda del luogo e dell’ora di esposizione.
- Assumendo degli integratori, o una volta alla settimana in alte dosi, oppure a dosi più basse quotidianamente per alcune settimane. In caso di assunzione di integratori è necessario che sia il medico a prescrivere e dare le indicazioni giuste, dopo aver fatto le analisi per accertare la carenza.

I livelli ottimali di vitamina D per pazienti con problemi tiroidei
Quali sono i livelli ottimali di vitamina D in una persona affetta da una malattia autoimmune tiroidea? Ci sono varie opinioni a riguqardo.
Alcuni studi suggeriscono che il giusto livello di 25(OH)D sia pari a 35 ng/mL per una persona media4. Inoltre uno studio ha scoperto che nella maggior parte delle persone la massima densità ossea si verifica a livelli di 25 (OH) D tra i 32-40 ng/ml. Quando questi livelli vengono spinti al di sopra, quindi 45 ng/ml, la densità ossea diminuisce5. Non dimentichiamo inoltre che livelli di vitamina D troppo alti possono portare a problemi cardiovascolari e di altra tipologia, come dimostra uno studio su pazienti indiani colpiti da ischemia cardiaca che presentavano livelli molto elevati di vitamina D6.
Alcuni studi recenti hanno inoltre identificato una serie di meccanismi che riducono l’assorbimento e la produzione di vitamina D nell’organismo. In questi casi è necessario modulare l’assunzione, l’esposizione al sole e eventuali terapie, tenendo conto di questi fattori.
- La vitamina D viene inglobata dall’intestino tenue, una tratto gastrointestinale che quando infiammato può ridurre l’assorbimento di diverse sostanze, tra cui la vitamina D. Questa infiammazione è spesso presente in persone affette da problemi alla tiroide che ne limitano la funzionalità.
- Abbiamo già visto, parlando di vitamina D e dimagrimento, che l’obesità riduce nettamente l’attività biologica della vitamina D. I pazienti sovrappeso tendono ad avere livelli più bassi di vitamina D e hanno bisogno di maggiori assunzioni per raggiungere gli stessi livelli di pazienti normopeso.
- Non mangiare sufficientemente grasso o comunque sia non digerirlo correttamente, riduce l’assorbimento della vitamina D. Come detto in precedenza la vitamina D è liposolubile, quindi richiede l’assorbimento di grasso.
- Altri fattori di riduzione della vitamina D sono l’invecchiamento e le infiammazioni in generale.
Fonti e bibliografia
- 1.Baeke F, Takiishi T, Korf H, Gysemans C, Chantal M. Vitamin D: modulator of the immune system. Pubmed.ncbi.nlm.nih.gov. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/20427238/
- 2.Immunomodulatory effect of vitamin D and its potential role in the prevention and treatment of thyroid autoimmunity: a narrative review. Pubmed.ncbi.nlm.nih.gov. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/31584143/
- 3.Kapadia KB, Parloop AB, Shah JS. Association between altered thyroid state and insulin resistance. Ncbi.nlm.nih.gov. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3356957/
- 4.Heaney RP, Armas LA, Shary JR, Bell NH, Binkley N, Hollis BW. 25-Hydroxylation of vitamin D3: relation to circulating vitamin D3 under various input conditions. Academic.oup.com. https://academic.oup.com/ajcn/article/87/6/1738/4633505
- 5.Hansen KE. High-Dose Vitamin D: Helpful or Harmful? Ncbi.nlm.nih.gov. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3093446/
- 6.Rajasree S, Rajpal K, Kartha CC, et al. Serum 25-hydroxyvitamin D3 levels are elevated in South Indian patients with ischemic heart disease. Pubmed.ncbi.nlm.nih.gov. https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/11949730/